Sono alcuni mesi che mi capita di pensare alla possibilità di aiutare, professionalmente parlando,  le persone che sentono di avere delle difficoltà psicologiche rispetto alla cura degli animali domestici, da qui psicologia animale.
Parlo, ad esempio, dell’esperienza del lutto quando perdiamo il nostro cane (o altro), delle litigate tra coniugi nelle decisioni da prendere rispetto ai notri amici a 4 zampe e molto altro ancora.

Gli animali domestici possono offrire sostegno emotivo, ridurre lo stress e migliorare il benessere complessivo delle persone. Questo è un fatto!

Così com’è un fatto che la gestione efficace della convivenza con gli animali domestici richiede attenzione, comprensione e responsabilità da parte dei proprietari per garantire il benessere sia degli animali che di loro stessi. Questa sfida, purtroppo, viene spesso sottovalutata.

Perche questo titolo?

Ecco alcuni dati emersi dal rapporto Eurispes 2023:

1) il 32,7% degli italiani (-5% rispetto al 2022) possiede un animale domestico. In media, negli ultimi dieci anni, almeno un terzo degli italiani ha avuto in casa un animale domestico. Le percentuali più alte sono state raggiunte nel 2016 e nel 2021 quando, rispettivamente, il 43,3% e il 40,2% della popolazione avevano dichiarato di possederne uno.

2) Le voci di spesa più importanti sono legate generalmente alla salute e all’alimentazione.  Il 18,7% di chi ha un animale in casa dichiara di spendere meno di 30 euro al mese per i propri pet, il 28,4% dichiara di aggirarsi nella fascia di spesa compresa tra 31 e 50 euro e il 33,2% nella fascia 51-100 euro. Il 12,1% spende una cifra compresa tra i 100 e i 200 euro al mese, mentre solamente il 3,2% spende tra i 200 e i 300 euro mensili.

3) Veniamo ai dati più curiosi. Il 14,7% degli intervistati ha pensato di utilizzare un cimitero virtuale per il proprio animale, mentre il 13,1% ha preso in considerazione l’ipotesi di venir seppellito insieme al proprio animale e l’11,9% di ricorrere ad un funerale online. Un italiano su cinque, tra chi possiede almeno un animale, ha seriamente considerato di destinare una parte della propria eredità a quest’ultimo.

 

Chiaramente alcune voci, sopratutto nell’ultimo punto, fanno riferimento a dichiarazioni e non sono dati affermati, ma ci restituiscono immediatamente l’impatto che la convivenza con animali domestici (o da compagnia) ha nella vita quatidina di moltissime persone. Un impatto che può riguardare, come abbiamo già detto nell’introduzione, aspetti psicologici sia positivi che negativi.

L’intento di psicologia animale è di quello di mantenere e amplificare solamente i benefici.

Cosa possiamo fare con psicologia animale?

Vediamo ora alcune problematiche che si possono affrontare con la psicoterapia, nel momento in cui si pensa a un aiuto esterno per gestirle.

Depressione e Isolamento: alcune persone  sperimentano sentimenti di isolamento o depressione se trascorrono troppo tempo da soli con i loro animali, o se tali relazione sostituiscono le normali relazioni sociali.

Conflitti relazionali: le diverse opinioni  sulla gestione o la cura possono portare a vari conflitti. La divisione delle responsabilità e delle decisioni riguardanti gli animali, spesso, non è cosa facile.

Lutto: questo tipo di perdita può avere un impatto significativo sul benessere dei proprietari e richiedere l’aiuto di uno specialista.

Stress: la responsabilità di prendersi cura degli animali domestici, a volte, è stressante. Quindi la necessità di fornire cibo, cure veterinarie, esercizio e attenzione si trasforma in una fonte di pressione aggiuntiva, specialmente quando si accumulano altri impegni.

La psicoterapia offre una possibilità di aiuto nell’affrontare le sfide psicologiche legate alla convivenza con animali domestici. Personalmente, come ho descritto altrove, mi occupo di Terapie Brevi e di una metodologia come la Terapia a Seduta Singola (leggi qui un articolo dedicato) estremamente adatta a questo tipo di situazioni.

Perchè? Semplicemente perchè con la Terapia a Seduta Singola affronteremo immediatamente la questione da migliorare/risolvere, non ci sono colloqui conoscitivi. Avrai quindi un riscontro immediato su come stanno andando le cose per te, senza dover aspettare chissà quanti incontri. Inoltre, sempre attraverso questa metodologia, avrai la possibilità di fare sedute al bisogno. Con la Terapia a Seduta Singola questo è possibile perchè ogni incontro è pensato a se, non si deve necessariamente riprendere il filo del discorso; si affronteranno le situazioni importanti in quel momento.

Contattami per ulteriori informazioni!

Dott. Pier Paolo D’Alia
Psicologo Psicoterapeuta
Terapie Brevi

 

 

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